Quando Braccio di Ferro Vendeva lo Zucchero Filato

Cara estetista e caro parrucchiere! Oggi ti rubo qualche attimo della tua infanzia o qualche piacevole ricordo della tua giovinezza.

Mi rivolgo in particolar modo a tutte quelle che erano bambine o adolescenti negli anni Settanta e Ottanta. Alzi la mano chi non ha mai frequentato, almeno una volta, le fiere o le feste di mezza Toscana!

Alzi la mano chi non è mai stata al luna park di Tirrenia, nota località di mare tra la provincia di Pisa e Livorno, nel periodo fra giugno e settembre. Pensa per un attimo ai giochi, ai banchi… Ma soprattutto alle caramelle e all’odore intenso dello zucchero filato!

Il personaggio in questione era proprio un VENDITORE DI ZUCCHERO FILATO. In realtà era il RE dello zucchero filato…

A vederlo e a sentirlo parlare sembrava uscito dal magico mondo dei cartoni animati. Bassa statura, cappello bianco a barchetta, tatuaggi da marinaio, il baffo rigorosamente “impomatato” e la mitica maglietta aderente (anche questa orgogliosamente di colore bianco) che dava soltanto l’illusione di contenere un fisico da palestrato, che in realtà non c’era. Anche se riusciva a muovere i muscoli del braccio facendo ridere a crepapelle tutte le famiglie davanti al suo baracchino mobile!

☞ Le sue frasi ad effetto erano quanto di meglio possa insegnarci una lezione ATTIVA di MARKETING… “Bimbi piangete, che mamma ve lo compra”, oppure “Vado Viaaa”, per sollecitare i potenziali clienti all’acquisto immediato del suo gustoso prodotto.

Al passaggio delle ragazze braccio di ferro era solito pronunciare slogan come “Bolle, belle bimbe, bolle”, oppure si metteva a fare il cascamorto con le mamme, soffiando sul pollice, gonfiando i bicipiti o indossando gli occhialoni neri.

Ebbene sì. Oggi non ti parlo direttamente di VENDITA o di MARKETING. Ma con il sorriso ti ho raccontato la storia di un “toscanaccio” braccio di ferro. Ma faccio comunque una RIFLESSIONE.

La VENDITA non si improvvisa, il MARKETING nemmeno. Ma il nostro braccio di ferro era sia un ottimo uomo di MARKETING che un grandissimo VENDITORE. Come era possibile?
Sapeva piacere ai bambini e anche ai loro genitori
Sapeva in pochi istanti conquistare la fiducia dei suoi clienti
E la VENDITA era soltanto una logica conseguenza…!

E tutto questo è rafforzato dal fatto che lo zucchero filato che vendeva non era niente di ECCEZIONALE!
Se l’hai assaggiato, almeno una volta, magari te lo ricordi pure!

Le gesta del celebre braccio di ferro sono diventate alcuni anni fa strofe di una canzone del gruppo I GATTI MEZZI : “Braccio di Ferro – Ancor alle puce ni viene la tosse”.
Ecco una strofa: “E fila fila fila lo zucchero filato/ e fistia fistia fistia cor baffo ‘mpomatato/ cor cappello marinaro che tenevi sempre ‘n capo/ eri un personaggio raro dimmi ‘n po’ dove sei andato”.

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